
43’ per segnare quattro gol.
43’ per spazzare via l’Atalanta.
43’ per far capire a tutti che questo Napoli fa e farà paura fino alla fine del campionato.
Iniziava così il nostro post di ieri dedicato alla vittoria del Napoli per 4-1 contro l’Atalanta.
Scorrendo le notizie uscite sui giornali in questi giorni ci si rende presto conto di quanto, molto spesso, qua in Italia si tenda a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto attribuendo grandissime vittorie come quella di sabato a demeriti della squadra perdente più che ai grandissimi meriti di chi in campo è sceso per dominare la partita riuscendoci alla grande.
Chiaramente, come ben immaginerete, non possiamo che essere in disaccordo, perché il Napoli visto sabato al San Paolo ha dato prova di grandissima maturità.
Da quando siede sulla panchina azzurra, Rino Gattuso ha risollevato una squadra, ma soprattutto un’ambiente demoralizzato e ormai alla frutta dopo continui dissidi interni.
Ha creduto in giocatori ormai fuori dal precedente progetto tecnico riuscendo a valorizzarli trovandogli il giusto collocamento in campo.
Ha chiesto alla società acquisti mirati e funzionali al suo gioco venendo accontentato con Bakayoko e Osimhen in questa sessione di mercato.
Ed il risultato si vede in campo: 12 gol fatti e 1 solo subito in 4 giornate.
Le classifiche ufficiali dicono 4 gol subiti a causa del 3-0 a tavolino contro la Juventus?
Nuovamente, siamo in totale disaccordo e non abbiamo la benché minima intenzione di tornare a parlare di quella partita.
Detto ciò, a conti fatti, il Napoli risulta essere la squadra che ha subito meno gol in tutta la serie A insieme al Milan.
Rino è ripartito proprio dalla difesa, dalle fondamenta.
Ha ritrovato un superbo Koulibaly coadiuvato da un Manolas in costante miglioramento.
Hysaj, il quale sembrava fuori dal progetto tecnico, sta giocando con costanza ed attualmente il titolare sembra essere proprio lui al posto di Mario Rui.
Di Lorenzo sta facendo sfaceli sulla corsia di destra e l’intesa con il trequartista di riferimento, con l’Atalanta era Politano mentre nelle partite precedenti era Lozano, sta facendo spiccare il volo al terzino della nostra nazionale.
Zielinski out? Nessun problema, ci pensa Bakayoko.
Con lui in campo Fabian Ruiz ha potuto svariare maggiormente sul fronte offensivo risultando nuovamente uno dei migliori in campo.
Il Fabian visto lungo il corso della passata stagione è solo un lontano ricordo, e il buon Rino se lo coccola come un figlio.
Con Insigne fuori causa infortunio, Gattuso ha deciso di spostare Lozano sulla sinistra posizionando Politano sulla destra.
Risultato? Doppietta del primo e gol per il secondo.
Il messicano, dopo una prima stagione vissuta a scaldare la panchina, sta trovando una forma eccellente: è imprendibile sulla destra, negli ultimi 30 metri fa impazzire chiunque.
Ha una qualità pazzesca nell’1vs1 e tutto questo mancava da molto tempo in quel di Castel Volturno.
E poi che dire di Mertens?
Rifinisce tra centrocampo ed attacco come pochi altri giocatori in serie A, crea costantemente superiorità numerica sulla trequarti avversaria e soprattutto dove lo metti gioca, si reinventa ogni anno, e ogni fanno fa sempre meglio.
Prepariamoci, perché la doppia cifra di assist è dietro l’angolo, ne siamo certi.
Poi è chiaro, sicuramente non vedremo più il Mertens capace di segnare 20 gol a campionato, ma poco importa, anche perché ci penserà qualcun altro a timbrare il cartellino.
Si amici, proprio lui, Victor Osimhen, andato in gol per la prima volta in questa serie A.
Non lo conoscevamo prima che arrivasse a Napoli, e gli 80 milioni spesi dalla società sembravano veramente troppi per un giocatore in grado di mettere a segno 18 gol nella passata stagione di Ligue 1.
Eppure sta smentendo tutti gli addetti ai lavori: questo a fine stagione arriva a segnarne almeno 20, ne siamo sicuri.
E’ veramente un giocatore micidiale: forte, fortissimo nell’1vs1, sa dialogare con i compagni, ti dà una profondità che pochi altri giocatori sono in grado di fornire e fisicamente è immarcabile.
Certo, ci sarà da migliorare molto sotto il punta di vista tecnico, ma se le premesse sono queste, i tifosi partenopei possono dormire sonni tranquilli.
Ma ad oggi quindi, qual è il vero valore aggiunto di questo Napoli?
Noi una risposta ce l’abbiamo, e risiede nel rapporto che Gattuso è riuscito a creare con i suoi giocatori, e che i giocatori di conseguenza sono riusciti a creare all’interno dello spogliatoio.
Rino l’ha sempre detto: una squadra unita, coesa, che punta al medesimo obbiettivo, può andare lontano, lontanissimo.
Se manca tutto ciò nessun obbiettivo può essere raggiunto.
Si è tutti quanti sulla stessa barca, e tutti quanti si rema verso un’unica direzione.
Ma c’è dell’altro: prima di essere giocatori si è uomini, con i propri pregi e i propri difetti, con le proprie sicurezze e le proprie paure.
Gattuso ha vinto tutto quello che c’era da vincere in carriera mettendo ‘Rino l’uomo’ prima di ‘Rino il giocatore’, e da allenatore continuerà a farlo, sempre.
Ne è la prova il lungo e sentito abbraccio con Osimhen dopo il 4-0 di sabato scorso.
Entrambi hanno capito il senso di un calcio che a volte sembra non esistere più, e tutto ciò è bellissimo.
Si sono voluti, si sono cercati e si sono trovati, proprio come un figlio che corre verso un padre, un figlio che ha bisogno di calore ed affetto per poter crescere.
E siamo sicuri che Gattuso, di amore ai suoi giocatori, ne dia e ne darà sempre di più ogni qual volta ne avranno bisogno.
Questo è ciò che fa un padre, questo è ciò che fa un allenatore che sceglie l’uomo prima del giocatore.