
Non poteva che finire così.
Ci sono partite già segnate in partenza e nella serata di domenica Gattuso e i suoi uomini hanno reso omaggio a Diego Armando Maradona nel migliore dei modi.
Un 4-0 mai in discussione, con un Napoli che inizia il match a rilento, studiando un avversario dal quale, sinceramente, ci saremmo aspettati qualcosa in più.
La sblocca il capitano al 31’, come nelle migliori favole, con un gol su punizione che apre definitivamente le danze azzurre.
Da quel momento in poi, con la gara in discesa, il Napoli inizia a consolidare il risultato attraverso il solito giro palla che al 64’ permette a Fabian Ruiz di trovare il gol del 2-0.
Le marcature di Mertens e Politano arriveranno poi negli ultimi 10’ chiudendo così l’incontro sul
4-0, con la Roma alla prima sconfitta stagionale, sul campo.
Ma andiamo con ordine.
La Roma vista ieri sera è stata veramente poca roba.
La consueta solidità in mezzo al campo fornita da Pellegrini e Veretout è venuta a mancare già dai primissimi minuti della partita.
Se Spinazzola come al solito ha giocato una buona gara, non si può dire lo stesso di Karsdorp che ha faticato moltissimo in marcatura sia su Mario Rui che su Insigne.
Pedro e Mkhitaryan hanno tentato le solite imbucate che stanno ormai diventando un marchio di fabbrica di questa Roma 2.0, ma purtroppo quando Edin Dzeko non è in serata tutto diventa più difficile.
È mancato tremendamente il capitano giallorosso.
I suoi movimenti, la sua visione di gioco e la sua esperienza sono fondamentali in gare simili, e quando vengono meno la strada si fa in salita.
Comprensibile, per carità, dopo quasi due settimane fuori causa covid era pronosticabile un rientro a marce dimezzate, ma da un giocatore del genere è normale aspettarsi sempre qualcosa in più.
Altro fattore di grandissimo conto è la continua assenza di Smalling.
La Roma ha fatto di tutto pur di averlo e adesso si ritrova in rosa uno dei suoi uomini più importanti costantemente infortunato.
Come sempre, Fonseca non si lascia abbattere e schiera Cristante centrale, ma l’ex Atalanta, nonostante abbiamo ricoperto questo ruolo anche in passato, dimostra nuovamente di non trovarsi a proprio agio a condurre il reparto difensivo, anche e soprattutto, per caratteristiche tecniche.
Ibanez crescerà così come Mancini tornerà al top se non sarà ancora tartassato da noie fisiche, ma ora c’è la reale necessità di ritrovare al più presto il centralone inglese.
Tornerà anche Kumbulla e si spera che la Roma possa così essere al completo.
Anche perché, se per un motivo o per un altro, mancano le due figure di riferimento diventa difficile anche solo giocarsi partite così complicate.
Poco male però, il Napoli è stato nettamente superiore alla Roma, ci stava perdere.
Fonseca non deve preoccuparsi, la sua Roma sta giocando bene e soprattutto, tolta quest’ultima partita, sembra finalmente convinta dei propri mezzi.
Appena recupereranno gli uomini chiave torneremo tutti quanti a divertirci.
Che dire del Napoli invece?
Ci ripetiamo: non poteva che finire così.
Gli azzurri hanno condotto la partita nei migliori dei modi.
Dopo i primi 30’ di compattezza e attenzione, Insigne l’ha sbloccata indirizzando la gara sui giusti binari.
Bene la difesa: Manolas e Koulibaly si stanno ritrovando, con l’auspicio che possano tornare sui livelli del passato.
Di Lorenzo ha fatto il suo, giocando di copertura più che di spinta, limitando, quasi sempre, il buon Spinazzola.
Mario Rui si è sicuramente dedicato maggiormente alla fase offensiva con buoni risultati, complice un Karsdorp non in grandissima serata sotto il punto di vista difensivo.
Demme ha giocato una partita attenta e di solita, grandissima corsa.
Non sarà Bakayoko ma offre a Gattuso una valida alternativa in mezzo al campo per poter affiancare Fabian Ruiz, il quale ha giganteggiato al cospetto di Pellegrini e Veretout in serata no.
Zielinski si è calato bene nel ruolo di trequartista anche se, palesemente, il centrocampista polacco ha bisogno di ‘creare quantità’ più che ‘qualità’.
Le sue doti non sono e non potranno mai essere in discussione ma ci rendiamo conto che dal fatto che sarà difficilmente collocabile all’interno di questo Napoli una volta recuperati gli assenti.
Gattuso sembra ormai dirigersi verso il 4231 e attualmente, il polacco, non è altro che un jolly.
Lozano, come solito, corre come un disperato ma spesso non conclude nei migliori dei modi sbagliando la scelta decisiva e facendo arrabbiare, non poco, i compagni.
E che dire poi del capitano azzurro?
Si carica la squadra sulle spalle per tutti i 90’: ormai gioca da regista aggiunto, quasi tutti i palloni passano per i suoi piedi.
Dà la possibilità a Mario Rui di spingersi quasi sempre nella metà campo avversaria così come si dedica a creare costantemente varchi per i compagni di reparto.
Ormai c’è poco da dire: la vera anima di questo Napoli è lui, come se ci fosse ancora bisogno di ribadirlo.
Riguardo Mertens, invece, abbiamo un paio di cose da dire: il belga è senza dubbio uno degli uomini chiave di questo Napoli.
Dove lo metti lui gioca e lo fa al meglio, ma Osimhen manca tremendamente.
Il 14 azzurro, ormai, per caratteristiche tecniche, si sposa a meraviglia nel ruolo di trequartista dietro l’attaccante nigeriano, e pensiamo che Gattuso lo sappia molto, molto bene.
Il classe 98’ dovrebbe essere disponibile per la prossima gara che vedrà gli azzurri impegnati fuori casa con il Crotone e probabilmente torneremo a vedere il vero Napoli.
Concludiamo, dicendovi che la vittoria con la Roma è servita per risollevare il morale dopo il brutto stop contro il Milan ed è arrivato il momento di tornare a marciare come si deve, anche perché questo Napoli ha tutte le carte in regola per giocarsi le primissime posizioni.
Le discussioni emerse lungo il corso della settimana passata sembrano alle spalle.
Gattuso ha la squadra in mano, e la squadra è con colui.
C’è comunità di intenti e questa è la cosa più importante: se si vuole competere con le prime della classe bisogna vincere gli scontri diretti.
Così è stato fatto nel migliore dei modi, con l’auspicio che gli azzurri possano continuare a giocarsi alla grande un campionato tanto strano da sembrare maledetto, un campionato che attualmente lascia aperto ogni possibile verdetto finale.
Bisogna provarci per chi la storia del Napoli l’ha fatta, bisogna provarci per chi la storia del Napoli ancora non l’ha vissuta.