
Il Genoa non sarà il Milan o la Juvenuts, ma ha dimostrato in questi ultimi mesi di potersela giocare alla pari con tutte.
La vittoria neroazzura di domenica per 3-0 ha messo in mostra tutte le qualità della squadra di Conte.
Una fase di non possesso eccellente grazie ad un equilibratissimo assetto difensivo.
Infinite soluzioni in fase di impostazione e ripartenza.
Un Brozovic in versione tuttocampista.
Un Bastoni stile Atalanta.
I gol dell’1-0 e del 2-0 come marchio di fabbrica di Antonio Conte.
Insomma, bene, molto bene.
FASE DI NON POSSESSO
Partirei dalla fase di non possesso, in quanto penso che rappresenti una delle più spiccate qualità della squadra di Conte.
L’inter, da qualche mese a questa parte, ha cambiato modo di interpretare questa precisa fase, riuscendo a mettere in pratica a meraviglia tutti gli accorgimenti portati dal tecnico.
Skriniar, De Vrij e Bastoni sono eccellenti difensori, con ottime qualità in marcatura ed in fase di impostazione ma con qualche lacuna ogni qualvolta le circostanze richiedano di scappare all’indietro.
Antonio Conte ha saputo colmare questa difficoltà abbassando di qualche metro la linea dei 3 e permettendo così ai suoi uomini di difendere con maggior sicurezza.
Inoltre, con il grandissimo miglioramento di Perisic in fase difensiva, l’Inter può contare, in transizione negativa, su una linea a 5 perfettamente organizzata ed efficace come in figura.
Un 5-3-2 in fase di ripiegamento che consente all’Inter di riorganizzare l’assetto tattico e farsi trovare pronta in caso di contropiede.
Ma non è tutto: una delle qualità più rilevanti dei neroazzurri risiede nella loro grandissima capacità di mettere in pratica il princìpio di densità in zona palla.
Tutto ciò consente all’Inter di chiudere ogni spazio ed ogni appoggio vicino al portatore, costringendolo, nel caso in cui ne fosse in grado, a trovare l’unica soluzione di sviluppo attraverso un cambio gioco sul lato debole.
Dall’immagine possiamo osservare come le 3 linee (5-3-2) sono perfettamente coordinate lasciando pochissimo spazio di manovra al Genoa.
Ogni giocatore diventa fondamentale in fase di pressing, in quanto, come detto in precedenza, c’è uno schieramento difensivo da ricomporre rapidamente date le non eccelse qualità dei 3 centrali quando ripiegano all’indietro.
Arriviamo così al primo pressing dei neroazzurri: l’immagine che presenterò a breve, nel caso in cui ce n’è fosse ancora bisogno, racconta di un Barella in versione ‘giocatore totale’.
Nonostante giochi mezz’ala, è sempre uno dei primi ad uscire in pressione sul portatore palla.
Le sue grandissime qualità atletiche gli consentono di dare il via al pressing per l’intero corso dei 90’.
L’ex Cagliari si posiziona sulla medesima linea di Lukaku e Lautaro permettendo così a Darmian di coprire sul primo centrocampista esterno, e a Brozovic di andare sul mediano di centro sinistra.
Un certo Fabio Capello ha detto che Barella è attualmente tra i 3 centrocampisti più forti d’Europa… ed io non posso che essere pienamente d’accordo con Don Fabio.
FASE DI POSSESSO
Se la fase di non possesso rappresenta il caposaldo dell’Inter, anche la fase di possesso, e soprattutto di impostazione dal basso, non è da meno.
La squadra di Conte, a differenza di quanto si dica in giro, mette in pratica un’infinita serie di costruzioni coinvolgendo quasi tutti gli effettivi della rosa, partendo proprio dal loro numero 1.
Nell’immagine che segue è proprio Handanovic a dare il via alla ripartenza, con De Vrij e Skriniar in ampiezza, Bastoni e Darmian alti sulle rispettive corsie, con Brozovic ed Eriksen al limite dei 16 metri pronti per fungere da ulteriori appoggi.
Questa tipica ripartenza ‘Contiana’ mira ad attrarre l’avversario all’interno della propria di area di rigore, eludendo il conseguente pressing, e provando a ripartire in velocità sfruttando le corsie esterne.
In questo caso è Darmian l’esterno pronto ad abbassarsi rispetto al classico collocamento nel centrocampo a 5.
Successivamente, lungo il corso della gara, si è potuto vedere anche Perisic vestire i panni dell’esterno basso con il compagno alto sulla corsia opposta.
Una seconda impostazione dal basso degna di nota è rappresentata da uno schieramento a 4, il quale coinvolge i 3 centrali ed un esterno di centrocampo.
Se in questo primo caso è Darmian ad abbassarsi, lasciando De Vrij e Skriniar centrali con Bastoni largo sulla sinistra, nell’immagine seguente sarà Perisic a ricoprire il ruolo di terzino, con De Vrij e Bastoni centrali e Skriniar largo sulla destra.
Osservando entrambe le immagini possiamo nuovamente notare come Eriksen e Brozovic accompagnino l’azione restando in zona palla e fungendo da possibili appoggi per dare il via al contropiede.
Impostando le linee così corte, l’Inter si assicura il mantenimento del possesso grazie ad un cospicuo numero di giocatori vicini al portatore di palla.
Un’ulteriore soluzione in fase di ripartenza è rappresentata da Brozovic e dalle sue immense qualità di play.
Il croato molto spesso si ritrova a dover giocare da ‘ultimo uomo’ accanto a De Vrij come raffigurato nell’immagine sottostante.
Questo tipo di costruzione consente all’Inter di effettuare un giro palla più rapido che miri immediatamente dalla verticalizzazione grazie alla grande visione di gioco di Brozovic.
Inoltre, con i conseguenti movimenti in avanti di Bastoni e Skriniar, la squadra di Conte può contare su un numero maggiore di uomini in fase di transizione positiva nella metà campo avversaria.
È proprio il centrale della nostra Nazionale a fornire questa soluzione in più in fase offensiva.
Memore degli insegnamenti di Gasperini nei suoi anni a Bergamo, il 95 neroazzurro accompagna la transizione spingendosi quasi a ridosso della zona di campo occupata da Perisic offrendo così l’ennesimo sostengo in caso si scarico da parte del compagno.
In questo particolare sviluppo è racchiuso il grandissimo miglioramento del centralone di Conte, il quale, non solo è diventato quasi insuperabile nell’1vs1, ma fornisce ai compagni un grandissimo apporto anche in fase offensiva, qualità tipica del classico difensore moderno.
I GOL
Arriviamo così ai primi due gol neroazzurri, entrambi rappresentazione pura della grandissima qualità dell’Inter nel saper sfruttare gli spazi in velocità.
Il primo gol è arrivato grazie ad una rapida verticalizzazione (a memoria) di Barella per Lukaku, il quale di prima serve Lautaro, che restituisce al compagno la sfera permettendogli così di partire a campo aperto in un 1vs1 che poteva terminare solamente con il gol.
In questa ripartenza c’è tutta l’Inter: velocità, fisicità, movimenti codificati ed una cattiveria agonistica impressionante ogni qualvolta ci sono spazi a campo aperto da attaccare.
Se c’è gente alla quale piacciono maggiormente i gol arrivati dopo 35 passaggi consecutivi, sinceramente vi posso dire che arrivare in porta con 3 trasmissioni è elettrizzante.
Esaltante!
Arriviamo così al gol del 2-0, la rete che ha chiuso definitivamente la gara.
Non voglio concentrarmi sulla corsa di Lukaku, né tantomeno sullo strapotere fisico del colosso belga, ma piuttosto sul movimento di Darmian prima del gol.
Il laterale neroazzurro (Hakimi docet), riempie l’interno dell’area stringendo dall’esterno proprio come il buon Conte è solito chiedere ai suoi laterali in fase offensiva negli ultimi 30 metri.
L’esterno marocchino è il Re indiscusso di tale azione, ma se anche l’ex Parma, con le dovute premesse, è arrivato al punto tale da non far quasi rimpiangere il compagno in partite simili, allora il tecnico può dormire sonni tranquilli.
Come detto in precedenza, la squadra di Ballardini non sarà tra le top del nostro campionato ed avrà anche schierato una formazione rimaneggiata dato l’impegno imminente nel derby, ma ormai questa Inter possiede determinati meccanismi così oliati alla perfezione da riuscire a controllare le gare dal 1’ al 90’.
Il +4 sui cugini rappresenta un discreto margine di vantaggio in vista di futuri impegni dalle maggiori difficoltà.
La vittoria del campionato passerà attraverso sfide complicate ma fattibilissime considerano che i neroazzurri avranno un solo impegno a settimana.
Ora sì che è tutto nelle mani di Conte ed i suoi uomini.