
Il primo Real Madrid di Di Stefano oppure Totti con Spalletti nella stagione 2005-2006 o forse Messi con Guardiola nel 2009 durante un Real-Barcellona che segnò una nuova era?
‘Nossignori!’
1952, Inghilterra-Ungheria.
Ci troviamo alle Olimpiadi di Helsinki ed a guidare la selezione ungherese c’è Gusztav Sebes, vecchio conoscitore del calcio italiano ed amante dello stesso tanto da appassionarsi così scrupolosamente di tattica che riuscì nell’impresa di rivoluzionare il mondo del pallone.
Puskas, Bozsik, Czibor e Kocsis erano solo 4 dei molti fuoriclasse appartenenti a quell’Ungheria dei miracoli.
E poi sì, c’era lui, Nandor Hidegkuti, l’uomo della provvidenza.
Nacque come ala ma divenne ben presto quel maledetto, così si fa per dire, ‘Falso Nueve’ che tanto hanno odiato gli inglesi.
A quel tempo l’armata dei Tre Leoni giocava con il famoso WM, modulo utilizzato dalla stragrande maggioranza delle selezioni nazionali ma comunque inventato dagli inglesi stessi, i quali tutt’ora ne esigono il riconoscimento.
Bene, fino a qui tutto bene, tranne per il fatto che quella vecchia volpe di Sebes aveva in serbo un trucco così rivoluzionario che avrebbe cambiato per sempre lo scenario calcistico a livello mondiale.
Il WM prevedeva la presenza di 3 difensori centrali, due mediani, altri due centrocampisti avanzati ed il classico terzetto d’attacco con 2 ali ed un attaccante centrale.
Utilizzando questo schieramento l’Aranyscapat o, se preferite, l’Ungheria, avrebbe giocato a specchio contro gli inglesi, con un’altissima probabilità di essere devastata sotto ogni punta di vista.
Sebes decise così di stravolgere il WM facendolo diventare un MM, anzi, l’MM ungherese!
Alt, fermi un momento.
Cos’è cambiato?
I 3 difensori centrali sono rimasti così proprio come i due mediani davanti alla difesa.
Toth e Czibor sempre sugli esterni ma leggermente arretrati rispetto al classico WM, con la novità Puskas e Kocsis ad agire come attaccanti, nonostante fossero mezz’ali di centrocampo, sempre incentivati dalla loro grandissima propensione all’inserimento in zona gol tipica dei fuoriclasse.
Ne manca uno così, per forza, sono 10 se si conta il portiere.
Eccolo, è proprio lui, Nandor Hidegkuti.
Sebes decise di schierarlo al posto di Palotas, escluso per scelta tecnica, come ‘Falso Nueve’.
Hidegkuti avrebbe avuto il compito di svariare sulle trequarti avversaria fungendo da rifinitore per i compagni d’attacco.
Allora non si parlava di difesa a zona, per quello avremmo dovuto aspettare molti anni.
Si giocava prettamente uomo contro uomo ed un cambiamento del genere avrebbe destabilizzato fortemente gli inglesi.
E così successe.
3 gol di Hidegkuti, due di Puskas e uno di Bozsik: 6-3 Ungheria.
Un’intuizione del genere sconvolse, e non poco, tutti gli appassionati di calcio del tempo.
Creò Caos, quel Caos di cui parlo sempre, quel magnifico ed eccezionale Caos che pone il tuo avversario difronte a scenari impronosticabili e soluzioni irraggiungibili nel giro di 90’.
Ora capite perché amo fottutamente quel disordine che disordine non è?
Se si ha intenzione di battere i migliori bisogna studiarli in ogni loro piccolo dettaglio, senza lasciare nulla al caso.
A quel punto, conoscendoli fino in fondo, si studia una propria strategia affinchè una partita possa cadere all’interno di una spirale dove sarà proprio il Caos a dettare legge.
Cercare di raggiungere l’ordine in un mondo fatto di disordine e Caos, per quanto mi riguarda, non porta a nulla se non ad una più totale, completa ed ingestibile confusione.
‘Abbracciamo il Caos’ proprio come fece Sebes nel 1952 con la sua Ungheria, consapevoli del fatto che le idee e un sano pizzico di follia, insieme ad un’affamata voglia di rivoluzione possano portarci lontano, o almeno, dove più desideriamo.