
Pirlo decide, in ottica Champions, di lasciar fuori Ronaldo per dare spazio a Chiesa, Morata e Kulusevski.
Scelta quindi ripagata grazie all’ottima vittoria per 3-1 ai danni della Lazio.
Nonostante la squadra di Inzaghi abbia giocato una buonissima prima parte di gara, gli uomini di Pirlo sono stati superiori una volta trovato il pareggio.
Tra un Danilo in versione ‘tutto fare’ ed un Chiesa oramai definitivamente esploso, ripercorriamo i punti cruciali della sfida andata in scena sabato sera.
FASE DI NON POSSESSO
La Juventus di Pirlo, in fase di non possesso, si schiera secondo un 4-4-2 piuttosto riconoscibile e compatto al fine di limitare ai biancocelesti qualsiasi possibile spazio in ampiezza.
Singolare la posizione di Danilo, del quale parleremo a fondo nelle prossime righe, rispetto alle passate partite: il brasiliano viene schierato a ridosso del centrocampo costituendo con Rabiot, Chiesa e Kulusevski una classica linea a 4, con Morata e Ramsey che fungono da riferimenti avanzati in caso di ripartenza.
Questo preciso schieramento verrà riproposto numerose volte lungo il corso della gara a riprova del fatto che la Juventus sembra abbia trovato un buon assetto difensivo.
Le prossime immagini vi propongono due differenti tipologie di pressing messe in atto dalla squadra di Pirlo.
Se nel primo caso ad uscire in pressione sono Chiesa, Ramsey e Morata, formando una linea a 3, con Rabiot pronto a schermare una possibile verticalizzazione, nel secondo la Juventus si schiera secondo un preciso 4-2-3-1 piuttosto alto.
Si nota inoltre il prezioso lavoro svolto da Rabiot e Danilo in mediana: i due bianconeri fungono da sostegno al primo pressing dei compagni affinchè la manovra biancoceleste possa esser maggiormente limitata.
Le tre differenti situazioni proposte fanno riflettere sull’idea di calcio che Pirlo sta cercando di proporre da inizio anno: la squadra deve essere pronta a mutare a seconda delle diverse situazioni di gara, provando ad adattarsi anche in base agli sviluppi offensivi degli avversari.
La Juventus ha così dimostrato grande abnegazione e maturità a dimostrazione di come i giocatori sono sempre più dentro il progetto tattico del loro allenatore.
FASE DI POSSESSO
Lungo il corso dei 90’, la Juventus ha messo in atto un’infinità di soluzioni molto valide in fase di possesso proponendo una continua interscambiabilità dei ruoli tra i giocatori in campo.
Partiamo dalla prima costruzione, la quale, per lo più, ha visto i bianconeri iniziare dal fondo con i due centrali molto aperti (Damiral ed Alex Sandro), con Bernardeschi in ampiezza pronto per offrire una soluzione sull’esterno.
Il medesimo compito del laterale bianconero è stato svolto da Cuadrado sulla corsia opposta.
Il colombiano, nonostante fosse maggiormente proiettato verso la fase offensiva, ha comunque dimostrato ottime capacità in fase di costruzione venendo spesso in aiuto di Damiral ed Alex Sandro lasciando a Bernardeschi la libertà di creare superiorità numerica alzandosi maggiormente rispetto alle precedenti situazioni.
Da una costruzione a ‘2+1’, arriviamo alla classica costruzione a 3 degli uomini di Pirlo.
Nell’immagine sottostante possiamo vedere come Danilo si abbassi tra i due centrali, ricomponendo una classica linea a 3 per dare il via alla ripartenza.
Questa soluzione viene proposta ogniqualvolta i bianconeri necessitino di creare superiorità numerica in mezzo al campo per poter uscire con maggior facilità dal primo pressing avversario.
Arriviamo così ad analizzare la prestazione di uno dei migliori in campo della sfida di sabato sera: Danilo.
Il laterale brasiliano non è nuovo ad occupare la zona centrale del campo venendo molto spesso in aiuto durante la prima costruzione, così come non è nuovo nel proporsi spesso in fase offensiva.
Durante la gara con la Lazio ha così dimostrato di avere immense qualità da ‘tutto fare’ come da Pirlo richiesto: se nella prima immagine possiamo vedere il brasiliano gravitare nella zona di campo davanti alla difesa fungendo da appoggio per la prima costruzione, nella seconda lo vediamo proiettato sulla trequarti avversaria andando a ricoprire un ruolo per lui inedito.
Il lavoro svolto dal brasiliano non può e non deve esser passato inosservato.
È la chiara rappresentazione di ciò che Pirlo chiede ai propri giocatori in entrambe le fasi: interscambiabilità dei ruoli e delle posizioni cercando di ricreare situazioni sempre nuove puntando sull’imprevedibilità dei singoli e di come sono in grado di interpretare al meglio tutto le possibili nuove e mutevoli situazioni di gara.
I GOL
Rabiot, inizialmente criticato ma oramai sempre più dentro i piani di Pirlo, ha sfornato un’ottima prestazione dimostrando di poter essere un titolare di questa Juventus.
Manca ancora un po’ la continuità del grande giocatore, ma il francese sta riuscendo ad interpretare al meglio tutte le richieste del suo allenatore.
Nel gol dell’1-1 trova un bell’inserimento in zona centrale (movimento tipico dei due centrocampisti centrali di Pirlo), riuscendo a segnare la rete del pareggio anche grazie ad un ottimo passante di Chiesa.
La difesa biancoceleste si fa trovare leggermente impreparata ma va dato merito a Rabiot per aver concluso ottimamente verso la porta essendo anche piuttosto defilato.
Dal 39’ in poi cambierà la partita, con la Juventus in totale controllo della gara fino al fischio finale.
Il gol del 2-1 arriva da una solita ripartenza a 100 all’ora di Chiesa, il quale, con il passare delle partite, sta diventando sempre più fondamentale per questa Juventus.
Il 22 bianconero ruba palla e dopo 30mt di corsa serve Morata in profondità, il quale riesce a trovare il gol del vantaggio.
Tutto nasce quindi dalla grandissima capacità di questo giocatore di riuscire a sfruttare gli spazi a campo aperto.
Se provo a pensare ad un giocatore migliore di Chiesa nell’1vs1 sul breve così come sul lungo, fatico a trovarlo.
L’ex Fiorentina si sta finalmente consacrando anche in un top club, ed il buon Mancini non può che esserne contento.
La prestazione del 22 però non si è limitata all’assist per Morata: il ragazzo è riuscito ad occupare qualsiasi zona possibile dell’attacco bianconero a dimostrazione di come, ovunque Pirlo lo metta,
renda al maglio.
Se in un primo momento attacca la profondità sulla sinistra, pochi instanti dopo lo vediamo gravitare centralmente a ridosso dell’area avversaria.
L’esclusione di Ronaldo ha dato il via libera a Chiesa per poter esprimersi liberamente su tutto il fronte offensivo, caratteristica tipica dei campioni.
Concludendo, posso dire che la Juventus di Pirlo abbia trovato, con il passare delle partite, un buon assetto che inizia a sposarsi bene con le caratteristiche dei calciatori presenti in rosa.
Manca certamente qualche tassello fondamentale per poter ambire a traguardi prestigiosi, ma le basi sono buone.
Senza Ronaldo in campo, Morata, Chiesa e Kulusevski hanno dimostrato di potersela cavare alla grande, forse anche meglio, avendo tutte le qualità per poter essere giocatori decisivi ma soprattutto maggiormente responsabilizzati data l’esclusione del fuoriclasse portoghese.
La Juventus del futuro dovrà essere costruita intorno a questi tre giocatori, tassellando gli altri due reparti e magari ritrovando la solidità difensiva degli ultimi anni.Se così dovesse essere, Pirlo potrà nuovamente dar vita ad un ciclo lungo