
Continua la maledizione del Torino in termini di rimonte subite in questa nuova stagione.
Sabato alle 18 è arrivata l’ennesima sconfitta per la squadra di Giampaolo, la quale, nuovamente, ha interpretato al meglio gran parte della gara per poi vederla sfumare nei minuti finali, complice una Juventus arrembante dallo svantaggio in poi.
Ma andiamo con ordine.
La squadra di Pirlo riesce a portare a casa 3 punti importantissimi in vista di una corsa scudetto che vede più di una pretendente giocarsi il titolo.
Al 9’ i bianconeri subiscono il gol dello 0-1 dopo un calcio d’angolo granata con N’Koulou che fa registrare la prima marcatura stagionale.
Da quel momento in poi, Ronaldo & Co provano a ridurre lo svantaggio senza grande successo fino al 77’ quando, il neo entrato McKennie, infila Sirigu da due passi dopo un bel cross di Cuadrado, migliore in campo nella sfida di ieri.
All’89’ ci pensa Bonucci sempre su cross del colombiano: game, set and match.
Che dire di questa Juventus però?
Se non ci fosse stato Cuadrado non sappiamo veramente con sarebbe potuta finire, anche perché il Toro ha interpretato al meglio la partita fino al gol del pareggio.
L’agonismo ed il carisma di Chiellini mancano tremendamente ad una Juventus che, stagione dopo stagione, sta iniziando a perdere vari punti di riferimento soprattutto in difesa.
Bentancur e Rabiot giocano una modestissima partita risultando quasi mai pericolosi proprio come Chiesa e Kulusevski.
Dagli ultimi due sopracitati ci si aspetta molto, molto di più visti gli investimenti estivi.
Dybala non pervenuto così come Ronaldo, il quale non impensierisce quasi mai Sirigu.
Giocano invece un partitone sia De Ligt che l’indiavolato Cuadrado, entrambi sulla catena di destra, concedendo pochissimo ai granata e facendo ripartire tutte le azioni pericolose dei bianconeri.
Pirlo azzecca i cambi spedendo in campo Ramsey, sicuramente più vivace rispetto a Kulusevski, e soprattutto McKennie, il quale dà nuova linfa al centrocampo bianconero segnando la rete del pareggio.
Attualmente questa Juventus non può fare a meno dell’unico giocatore di grande sostanza che ha in rosa: lo statunitense sta crescendo di partita in partita e meriterebbe la riconferma al prossimo turno.
Nonostante la vittoria, ci si aspetta molto di più da una squadra che lotta per lo scudetto: senza Morata questa Juventus fatica enormemente a segnare nonostante i fior di giocatori che ha in rosa.
Personalmente c’è tanta confusione tattica sia in termini di sviluppo del gioco che di posizioni ricoperte dai vari interpreti.
Dopo 10 giornate è arrivato il momento di fare determinate scelte tagliando o confermando una serie di giocatori all’interno della rosa.
Le prime della classe viaggiano, e anche forte, e alla Juventus mancano ancora importanti scontri diretti al vertice: dopo la qualificazione in Champions sarebbe il caso di cambiare marcia anche in campionato.
Passiamo ora al Torino.
Non possiamo che ripetere quanto detto precedentemente: continua la maledizione dei granata per rimonte e punti persi in questo inizio di stagione.
Peccato, perché la squadra di Giampaolo interpreta al meglio la partita, difensivamente parlando, per quasi 80’: le statistiche parlano chiaro, la Juventus ha tirato 4 volte verso la porta, risultando quasi mai pericolosa, complice un’ottima difesa dei granata.
Poi il buio, totale, assoluto, dopo il pareggio di McKennie, un film che si ripete ormai da troppo tempo.
Con il cambio di modulo i granata trovano un buonissimo equilibrio per quasi tutto l’arco della gara: sicuramente uno come Belotti trova meno spazio di manovra ma una partita come il derby richiedeva sacrificio ed abnegazione, qualità che non sono mancate al 9 del Toro.
Ansaldi, ma soprattutto Singo, interpretano egregiamente entrambe le fasi, coprendo e ripartendo ogni qual volta ne avessero l’occasione.
Il centrocampo granata si fa trovare quasi sempre pronto, con Rincon, Meite e Linetty in grande crescita dopo un inizio di stagione a rilento.
Ciò che fa specie però è la leggerezza con la quale la difesa concede due gol molto simili prima al 77’ e poi al 89’, entrambi su cross di Cuadrado, entrambi nell’area piccola, entrambi avvenuti con le medesime modalità.
Peccato, perché i granata non meritano quei 6 miseri punti in 10 giornate per gioco espresso e qualità dei singoli: ci sono squadre che offrono molto meno spettacolo che attualmente hanno gli stessi punti se non di più.
Ma d’altronde chi è causa del suo male pianga sé stesso: 17 punti persi per rimonte subite sono un’infinità e l’unico responsabile è il Toro, nella sua totalità, partendo dai giocatori, arrivando fino all’allenatore e ad una società così poco ambiziosa da sembrare inesistente.
Per uscire da un momento simile c’è bisogno di uomini più che di giocatori: bisogna guardarsi dentro, tutti insieme, e capire fino a che punto si è disposti ad andare avanti per risollevare una situazione critica, quasi maledetta.
Che ognuno si faccia un bell’esame di coscienza, perché il gioco c’è, i singoli pure, ma manca il cuore Toro, manca quella voglia di resistere e restare sul pezzo a 10’ dalla fine, e quella, amici miei, non te la insegna nessuno.