
Questo calcio malato dei nostri giorni ci obbliga a guardare sempre prima al risultato, come se le prestazioni e i processi di crescita contassero sì, ma solo fino ad un certo punto.
E allora noi che facciamo?
Ce ne fottiamo, ci ribelliamo, proviamo ad andare controcorrente.
Da quando Claudio Ranieri siede sulla panchina della Sampdoria, i blucerchiati hanno invertito marcia riuscendo a salvare una annata che sembrava dirigersi verso il peggio trovando una comoda salvezza a tre giornate dalla fine, per poi iniziare una stagione riuscendo a conquistare 10 punti nelle prime sei giornate.
Frutto del caso?
No, siamo noi gli artefici del nostro destino, e quando vi parliamo di processo di crescita, una squadra come la Sampdoria ne è l’esempio.
Il tecnico romano ha portato serenità ad un ambiente che, a causa di una gestione societaria imbarazzante e continui rumors su possibili vendite future, si era sgretolato ancor prima di iniziare la nuova stagione.
Amiamo profondamente gustarci tutte le conferenze post partita dei vari tecnici di Serie A, ci piace ascoltarli ed analizzare le loro parole.
Capire che peso hanno sul mondo esterno e che peso avranno sull’umore dei loro calciatori.
Ranieri ci infonde grande calma e serenità: con la sua solita aplomb è in grado di commentare sia vittorie che sconfitte senza perdere mai il controllo.
Sarà l’età, sarà l’esperienza di un tecnico che da 30 anni insegna calcio in giro per il mondo, sappiamo solo che la squadra è perfettamente in grado di percepire questa sua immensa professionalità ed i risultati poi si vedono in campo.
La Sampdoria gioca un calcio sicuro, fatto di grandi certezze e di grandissima organizzazione, specchio perfetto del suo allenatore.
Se la vittoria con la Fiorentina e quella di Bergamo con l’Atalanta sono arrivate con un po’ di fortuna, sicuramente non si può dire lo stesso della sfida con la Lazio dove i biancocelesti hanno potuto solo assistere allo spettacolo offerto dalla Doria.
La prestazione contro il Genoa, per intensità, gestione ed occasioni create, è la prova di come questa Sampdoria sia realmente sulla giusta strada per disputare un campionato di assoluto livello.
Il tecnico romano è ripartito da un 442 molto solido, suo vecchio marchio di fabbrica, che potesse valorizzare le caratteristiche tecniche dei giocatori più talentuosi della sua rosa.
Il ‘sempre in prestito’ Tonelli sta finalmente trovando continuità dopo le ultime stagioni vissute nell’ombra più assoluta, ed in coppia con l’esperto Yoshida, la Sampdoria ha trovato la coppia di centrali titolare.
Augello, dopo una prima stagione di rodaggio, sta dimostrando tutto il suo valore: offre grande spinta alle azioni offensive blucerchiate e vedrete che si rivelerà come una delle più inaspettate sorprese di questa stagione.
Il centrocampo titolare, ad oggi, è rappresentato da Damsgaard, Thorsby, Ekdal e Jankto.
Il primo è in grado di giocare sia a destra che a sinistra senza alcuna difficoltà: la sua duttilità permette a Ranieri di avere numerose soluzioni sul fronte offensivo come più volte osservato nel match contro il Genoa.
Thorsby e Ekdal fornisco alla Samp grande intensità e copertura, con un Jankto inventato esterno libero di spaziare sull’out di sinistra.
Gaston Ramirez è da sempre un giocatore anarchico: quando si è dotati di un talento simile non si può essere relegati a svolgere il compito.
Questo Ranieri l’ha capito alla perfezione e l’uruguaiano si sta esprimendo a livelli altissimi fungendo da supporto alla prima punta.
Quagliarella non sarà più quello di due anni fa ma comunque rimane preziosissimo per i blucerchiati: è partito alla grande in questa stagione e potrebbe nuovamente raggiungere la doppia cifra.
Keita Balde, attualmente non ancora al top della forma, fornisce al tecnico una grandissima alternativa anche a gara in corso.
Speriamo tutti quanti di poter tornare ad ammirare il giocatore fantastico esploso nei suoi anni biancocelesti: ha ancora l’età giusta per dimostrare di non essere stato solo una meteora, ed in fondo noi ancora ci crediamo.
Che dire poi dei nuovi acquisti?
Candreva certamente non ha bisogno di presentazioni: prima i suoi anni alla Lazio e poi quelli vissuti a Milano, fanno di lui il giocatore ideale per permettere ai più giovani di crescere passo dopo passo senza grandi pressioni.
Inoltre, Antonio, ha ancora tanta voglia di sgroppare come ai vecchi tempi e sarà lui l’arma in più sulla corsia di destra.
Verre, dopo una grandissima stagione vissuta sotto l’ala di Ivan Juric, ha convinto Ranieri a dargli fiducia potendo ricoprire più ruoli all’interno del centrocampo blucerchiato.
Ed infine Adrien Silva, ex Leicester e Monaco, ha portato in quel di Genova grandissima esperienza: appena dovesse raggiungere la forma sperata, i blucerchiati potranno finalmente essere al completo.
Sono stati fatti tanti nomi, come se i soli giocatori fossero l’arma vincente di questa Sampdoria, ma non è così.
E cosa sarà mai allora?
Ribadiamo quanto detto precedentemente: questa squadra incarna alla perfezione lo spirito del proprio allenatore.
Mai banale, mai una parola fuori posto, un professionista abituato a lavorare in silenzio lasciando agli altri i proclami del caso.
Tutto ciò lo si vede quando i blucerchiati scendono in campo: il gioco sta finalmente sbocciando, i senatori guidano i più giovani, chi subentra dalla panchina rende al meglio consapevole dell’opportunità che il tecnico sta dando loro, ed il tutto emerge, magari non in modo spettacolare e pirotecnico, ma sempre costante e umanamente coinvolgente.
Si attacca in undici e si difende in undici.
Questo da sempre è il mantra del tecnico romano, uomo d’altri tempi con valori dimenticati.
Dimenticati forse si, ma non da tutti, non da noi.
Perché quando Sir Claudio si prende la scena, non possiamo far altro che chiudere la bocca, goderci lo spettacolo ed imparare, perché di maestri di questa portata, amici miei, non ne vedremo più.